L’incremento dei pagamenti digitali:

+22% nel primo semestre del 2022

L’evoluzione dei sistemi di pagamento è un fenomeno che ha accompagnato il progressivo sviluppo della società fin dagli albori degli scambi commerciali. Dal baratto alla moneta, dalla prima banconota coniata nell’antica Cina fino alla prima carta di credito emessa in America negli anni ’50, lo strumento con cui legittimare l’acquisto di un bene si è modernizzato di pari passo con l’ecosistema economico e sociale in cui si inseriva.

La direzione verso cui il sistema si è orientato negli ultimi anni è quella dei pagamenti digitali. Una tendenza che ha conosciuto un enorme incremento durante il periodo pandemico, quando l’atto del pagamento digitale ha iniziato ad arricchirsi di nuovi significati (maggiore igiene rispetto all’uso del contante nei luoghi fisici, o ancora, mezzo per soddisfare la necessità, e non più la scelta, di acquisto online).

L’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano [1] mette in evidenza come questa tendenza stia continuando a registrare dei numeri importanti. In particolare, nel primo semestre del 2022, il valore dei pagamenti digitali ha raggiunto i 182 miliardi di euro in Italia, corrispondenti a una crescita del 22% rispetto al primo semestre del 2021.

Se da un lato sono numeri ancora lontani da quelli che si registrano nella triade dei Paesi nordici (Danimarca, Svezia, Finlandia), sempre ai primi posti delle classifiche relative ai pagamenti elettronici, dall’altro rendono lecito supporre che l’Italia possa guadagnare qualche posizione rispetto alle ultime classifiche. Il posizionamento del Bel Paese in materia di pagamenti digitali, infatti, è storicamente stabile nelle posizioni più basse: ad esempio, stando al 7°rapporto della Community Cashless Society [2], uscito nel marzo 2022, l’Italia è terzultima in Europa per numero di transazioni con carta pro-capite, davanti solo a Romania e Bulgaria.

Entro la fine dell’anno, si stima che il transato con pagamenti digitali possa raggiungere un valore tra i 390 e i 405 miliardi di euro, con una percentuale di crescita ipotizzabile tra il 18% e il 22%. Ciò costituirebbe un netto avvicinamento della percentuale dei pagamenti digitali rispetto a quelli in contanti relativamente alla spesa degli italiani, si raggiungerebbe infatti oltre il 40% del totale coperto dal digitale.

In questo tipo di pagamenti non rientrano solo gli acquisti online, ma anche le esperienze di acquisto in negozio, che si spostano sempre di più verso quella dimensione che viene definita con un neologismo phygital (crasi di fisico e digitale). Più nello specifico, il mezzo preferito in questi casi è quello delle carte contactless, che costituiscono il 64% delle transazioni digitali. Le principali spinte alla base di questa evoluzione sono senz’altro la crescente diffusione di strumenti contactless e l’innalzamento a 50 euro della soglia sotto cui non occorre inserire il PIN (lo scontrino medio oggi ha un valore di 42 euro).

Il Direttore dell’Osservatorio Innovative Payments, Ivano Asaro, sottolinea come “Sono però i pagamenti tramite smartphone e wearable a vivere la crescita maggiore: con un +139% negli ultimi 12 mesi, raggiungono un valore di 6 miliardi di euro nel solo primo semestre 2022”. Un dato che riflette l’intrinseco parallelismo tra il progresso delle tecnologie e la sempre maggiore familiarità con i nuovi strumenti, specialmente nelle generazioni più giovani.

La disponibilità dell’enorme mole di dati relativi al tracciamento dei pagamenti digitali rappresenta terreno fertile per la Data Analytics e, di conseguenza, per un approccio decisionale data driven.

L’applicazione di metodologie innovative di analisi, che spaziano dalla Business Intelligence al Machine Learning, mette a disposizione degli enti emittenti dei servizi di pagamento e degli istituti finanziari, validi e accurati strumenti di supporto alle decisioni, che possono declinarsi in una duplice prospettiva: da un lato interessano le decisioni di business, dall’altro, il processo decisionale che riguarda gli aspetti di controllo e monitoraggio.

Per quest’ultimo caso, più nello specifico, è possibile delineare dei set di dati comportamentali utili a prevedere eventuali comportamenti anomali ai fini dei controlli richiesti dal legislatore (prevenzione dei crimini, controlli antiriciclaggio).

Per quanto riguarda invece il supporto alle decisioni di business, l’analisi dei dati provenienti dai pagamenti digitali permette di ricavare indicazioni circa particolari trend di consumo o pattern di utilizzo, grazie ai quali è possibile ottimizzare le previsioni e, conseguentemente, adeguare la propria offerta.

Tra i progetti realizzati da Sadas in quest’ambito, citiamo, in particolare, il caso di un importante cliente del settore Bank & Finance per cui è stata realizzata, con tecnologia SADAS, una dashboard da cui poter attingere le informazioni d’interesse, specificatamente legate alla natura dei movimenti effettuati tramite le diverse tipologie di carta di credito disponibili presso l’istituto di credito.

La valorizzazione dei dati, quindi, pone le premesse per delineare un vantaggio competitivo importante per i player del mercato Finance che decidono di investire in strumenti di Decision Support.


[1] Osservatorio Innovative Payments, School of Management del Politecnico di Milano

[2] Rapporto Community Cashless Society 2022, The European House – Ambrosetti

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